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KOSOVO: GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI

La situazione di tensione permanente che caratterizza il Kosovo da ormai molti mesi è degenerata domenica in un grave incidente, che purtroppo ricorda da vicino le prime fasi dei conflitti nella ex Jugoslavia degli anni Novanta. Un gruppo di uomini ben armati e militarmente addestrati ha teso un'imboscata ad una pattuglia della polizia kosovara nel nord del Paese, vicino al villaggio di Bjasnica. Dopo che nell'attacco un poliziotti kosovaro è rimasto ucciso, numerosi uomini armati si sono barricati in un monastero ortodosso serbo, dando luogo ad una sparatoria con le forze di polizia kosovare. Lo scambio di colpi di arma da fuoco è cessato solo dopo diverse ore, lasciando a terra tre morti tra i serbi e diversi feriti tra i poliziotti kosovari. Il giorno dopo, lo scambio di accuse è stato feroce: il premier Kosovaro, Kurti, ha chiamato in causa direttamente la Serbia accusandola di aver armato, addestrato e sostenuto i "terroristi" responsabili dell'imboscata. Il

SREBRENICA E IL PRIMO 11 LUGLIO SENZA IRFANKA PASAGIC

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Non scrivo più su questo blog da circa sette mesi, per molti motivi. La mancanza di tempo, certo, ma anche la noia: nei Balcani di nuovo succede ben poco, perciò ogni tanto capitano crisi da rigetto. Non è la prima volta che mi succede, spesso poi guarisco. Stasera non scrivo per riepilogare qualcosa: fa tutto schifo come sette mesi fa, da Dodik al Kosovo, dalle turbolenze belgradesi agli affaristi montenegrini. Stasera scrivo per ricordare l'amica e maestra Irfanka Pasagic, alla vigilia del primo 11 luglio senza di lei. Ho conosciuto davvero gli eventi dell'11 luglio 1995 dalla sua voce cantilenante ed arrochita dal fumo. Dico che li ho conosciuti davvero, perché prima sapevo, ma non conoscevo. Arrivata lei stessa profuga da Srebrenica nel 1992, Irfanka aveva trascorso tutti gli anni della guerra a Tuzla, dove aveva messo subito la propria professionalità di neuropsichiatra infantile al servizio di donne e bambini vittime di disturbi da stress post traumatico. Non era una pers

KOSOVO: COSA STA SUCCEDENDO

È la solita stupida, noiosa, infinita storia: Kosovo. Chi da almeno trent'anni frequenta i Balcani Occidentali sa benissimo che non c'è nulla di più pericoloso, ma insieme eternamente uguale a sé stesso e noioso di una crisi serbo-kosovara. Adesso, a parere almeno della stampa italiana e di molta internazionale, sarebbe l'orso russo a soffiare sul fuoco: nulla di più scontato e probabile, nulla di più inutile da ricordare. Dei Balcani non interessa nulla a nessuno, cioè intendo ovviamente della popolazione dei Balcani non interessa nulla a nessuno: per l'Europa come per la Russia non sono che un povero cortile di casa dove scazzottarsi. Ecco che allora, se l'UE va verso la concessione dello status di candidato alla Bosnia Erzegovina (che non ha nemmeno lo status per considerarsi uno stato in generale, vista la sua problematica costituzione post Dayton) non c'è da meravigliarsi che lo zio Vladimir sparga disinformazione e scaldi gli animi di Lista Serba e dintorn

KOSOVO: I SERBI ABBANDONANO LE ISTITUZIONI LOCALI

I leader di LISTA SERBA, la principale forza politica serba nel nord del Kosovo, hanno invitato tutti i rappresentanti serbi ad uscire dalla polizia, dalle istituzioni politiche e da quelle giudiziarie del Paese. All'invito, formulato sabato 5 novembre dal leader della formazione politica (e ministro del governo kosovaro) Goran Rakic, sono immediatamente seguiti i fatti, in una prova di forza inedita, appoggiata dal presidente serbo Aleksandar Vucic e dal neo-insediato terzo governo Brnabic. La decisione di LISTA SERBA sarebbe motivata sia dall'ennesimo capitolo della "guerra delle targhe" (non ne posso più di parlarne, ma è tutto ben riassunto  in questo ottimo articolo da East Journal ), sia dalla protesta contro la sempre rinviata e mai attuata costituzione della "Associazione dei comuni a maggioranza serba del nord Kosovo", prevista fin dagli accordi di Bruxelles del 2013.  Nella vicenda serbo-kosovara, infinita come infinite sono un sacco di questioni n

UFFICIALE: DODIK PRESIDENTE DELLA REPUBLIKA SRPSKA

La lunga attesa post elettorale, dovuta al riconteggio dei voti, è finita: la CEC (commissione elettorale centrale) ha certificato la vittoria di Milorad Dodik per la carica di presidente della RS. Ricordiamo che la sera del 2 ottobre a dichiarare vittoria era stata la candidata di opposizione, Jelena Trivic, mentre il mattino successivo lo aveva fatto Dodik. Da lì, si è passati alle manifestazioni di piazza e alla richiesta (accolta) di un riconteggio delle schede da parte della CEC. Non si può certo dire che tale operazione di riconteggio si sia svolta in un clima sereno, date le minacce ricevute da alcuni membri (in particolare Vanja Bjelica Prutina, che aveva dichiarato di non sentirsi più sicura in RS) e i discorsi incendiari di Dodik, che al raduno del "suo" popolo aveva minacciato di portare la protesta a Sarajevo. Subito dopo l'elezione ufficiale, Dodik ha cambiato completamente registro, inviando un messaggio conciliante a politici ed elettori della RS ( qui l

AIDA BEGIC TRIONFA AL TUZLA FILM FESTIVAL

Una delle più importanti registe bosniache,  Aida Begic  ha vinto  l'undicesima edizione del Tuzla Film Festival col suo Balada , una commedia romantica ispirata ad una popolare ballata folk slava. Si tratta di una pellicola forse poco adatta al mercato internazionale per una serie di riferimenti che potrebbero sfuggire al pubblico straniero, ma in generale ben accolta dalla critica (qui  una recensione in italiano ).  In passato Aida Begic si era sempre dedicata a tematiche di forte impronta sociale: qui in Italia è conosciuta per il suo Djeca (uscito col titolo Buon anno Sarajevo ), dedicato ai traumi del lunghissimo dopoguerra sarajevese, ma credo che la sua opera più intensa (purtroppo non disponibile in italiano) sia il magnifico Snijeg (Neve): storia di un piccolo villaggio sperduto tra i monti bosniaci, dove la guerra ha lasciato soltanto donne. Insieme a Jasmila Zbanic, Aida Begic rappresenta probabilmente il meglio del "nuovo" cinema bosniaco, quello del dopogue

A BANJA LUKA IN PIAZZA IL POPOLO DI DODIK

In questo lungo e confuso processo post-elettorale bosniaco, le manifestazioni di piazza hanno ormai un carattere quotidiano . Se lunedì avevamo guardato con interesse al raduno di Sarajevo, oggi ci dobbiamo spostare a Banja Luka, dove questa volta a scendere in piazza è stato il popolo del SNSD di Milorad Dodik.  In RS, lo ricordiamo, non è stata ancora attribuita la carica di presidente ed è in corso un riconteggio dei voti, chiesto dalla candidata di opposizione Trivic, i cui sostenitori sono già più volte scesi in piazza. Proprio questo riconteggio e la CEC (commissione elettorale centrale) sono i bersagli di Dodik e degli altri oratori dal palco, tra i quali il regista Emir Kusturica. Dodik ha anche minacciato di portare i manifestanti davanti alla sede della CEC a Sarajevo. Difficile, come sempre, valutare il numero dei partecipanti:  qui la cronaca e le immagini di N1 . Anche Oslobodjenje ha ovviamente seguito l'evento,  qui l'articolo .