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Visualizzazione dei post da maggio 15, 2022

FK TUZLA CITY: IL CALCIO, IL FIORE DI SREBRENICA E LA MEMORIA

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 Azmir Husic è un imprenditore bosniaco che ha costruito la propria fortuna negli Stati Uniti, dov'è espatriato nel 1998, dopo esser sopravvissuto alla tragedia di Srebrenica. Originario di Glogova, Husic aveva trovato riparo nell'enclave "protetta" e si era arruolato a soli 14 anni nell'Armija (l'esercito della Repubblica di Bosnia Erzegovina). Scampato al massacro di Srebrenica, come moltissimi altri profughi era poi giunto a Tuzla e da lì, nel 1998, era appunto emigrato negli USA, dove ha fondato la ditta di autotrasporti "BIH EXPRESS". Tifoso storico dello Sloboda, una volta divenuto imprenditore di successo, ha deciso di sostenere il club, investendo denaro e diventandone il presidente tra il 2013 e il 2016. Quando, poi, sono subentrati problemi societari, Husic ha deciso di abbandonare lo Sloboda e di acquisire un piccolo club di Simin Han, villaggio prossimo a Tuzla, cambiandone il nome da Sloga a FK TUZLA CITY e portandolo nella massima seie,

IL VELEZ DI MOSTAR HA VINTO LA COPPA DI BOSNIA

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 Superando ai rigori l'FK SARAJEVO, il Velez di Mostar si è aggiudicato la coppa di Bosnia e l'Europa. Il successo arriva dopo moltissimi anni a bocca asciutta (l'ultimo trofeo risaliva al 1986). Dalla pagina sportiva di Oslobodjenje è possibile vedere gli highlights della partita di ieri sera ( qui il link alla pagina ).

SERBIA PARANOICA, TRA ALLARMI BOMBA E STALLO POLITICO

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 La primavera belgradese, dolce ed indolente come sempre, è attraversata quest'anno da un sentimento di preoccupata attesa, vagamente tendente alla paranoia. Ad ormai più di un mese dalle elezioni, tutto tace sulla formazione del governo, sulla costituzione del nuovo parlamento, sulla composizione del nuovo consiglio comunale di Belgrado. Questa situazione politica, descritta nei dettagli  nel lungo e dettagliato articolo di Antonela Riha  per OBCT, rispecchia le laceranti divisioni che percorrono la stessa popolazione serba.  Aleksandar Vucic, eletto presidente per la seconda volta, ha stipulato un patto col diavolo accettando l'appoggio, fondamentale, dell'estrema destra filorussa. Ora si trova in una situazione a dir poco imbarazzante, oggetto di pressioni opposte e contrastanti: il percorso di integrazione europea richiederebbe l'approvazione di sanzioni alla Russia e la ripresa delle trattative con Pristina sullo status del Kosovo, ma entrambi questi temi sono tabù