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Visualizzazione dei post da giugno 30, 2024

LA REPUBLIKA SRPSKA AVVIA LA “DISSOCIAZIONE PACIFICA”

 Viene chiamata “dissociazione pacifica”, utilizzando una formula che dovrebbe suonare forse tranquillizzante, ma ovviamente non lo è per nulla. In base agli accordi di Dayton, con cui terminò il conflitto bosniaco del 1992-95, e anche in base alla Costituzione del Paese, non esiste alcuna possibilità che le due entità di cui si compone la Bosnia Erzegovina (Federazione BIH e Republika Srpska) si separino dando vita a due Stati autonomi. Di fatto, a Banja Luka ( la capitale dell’entità serba di Bosnia) si è sempre parlato di secessione e di successiva unione alla Serbia. Erano parole spesso anche violente, minacciose, ma vuote: parole che rientravano nel gioco misero e pericoloso di una politica interamente in mano ai partiti etnico-nazionali. Oggi i toni sono in apparenza più soft: il leader dei serbo-bosniaci Milorad Dodik, ormai diventato impresentabile sulla scena europea ed occidentale, non si esprime con minacce verso la Federazione ma parla appunto della necessità di una separaz

SERBIA: È IN VIGORE L'ACCORDO DI LIBERO SCAMBIO CON LA CINA

È entrato in vigore l'accordo di libero scambio tra Serbia e Cina, caso non unico ma raro in Europa, dove fino ad oggi solo Svizzera e Georgia avevano accordi economici simili con Pechino. Un lungo articolo del quotidiano serbo Danas ( qui il link ) ne descrive dettagliatamente i termini.  La Serbia potrà esportare oltre ventimila prodotti verso la Cina: per circa un 60% di tali prodotti, tra cui frutta e verdura fresca, dal 1 luglio i dazi sono stati completamente eliminati; per altri, è prevista una eliminazione graduale in cinque o dieci anni. La Cina è oggi uno dei partner economici più importanti della Serbia e uno dei maggiori investitori nel Paese balcanico, sempre più in bilico anche dal punto di vista economico tra Europa ed Oriente.

SERBIA: ATTACCO ALL'AMBASCIATA ISRAELIANA A BELGRADO

Durante la mattina di sabato 29 giugno, la sede dell'ambasciata israeliana a Belgrado è stata oggetto di un attacco terroristico. Un uomo armato di balestra ha assalito una guardia di sicurezza dell'edificio (in quel momento vuoto) ferendola in modo grave.  L'assalitore è noto alle forze dell'ordine come estremista wahabita e proviene dalla regione serba del Sangiaccato, una zona particolarmente attenzionata per quel che riguarda il terrorismo di matrice islamica.  Milos Zujovic (questo il nome del terrorista), 25 anni, viveva a Novi Pazar (capoluogo del Sangiaccato serbo, città nettamente divisa tra le comunità serba e bosniaco-musulmana) ed era conosciuto col nome religioso di Salahudin. Il giovane è morto a causa delle ferite procurategli dalla stessa guardia di sicurezza che aveva attaccato e gravemente ferito. Secondo il quotidiano serbo Danas, è in corso una serie di controlli e perquisizioni nelle zone di Raska e Novi Pazar e il presidente Vucic avverte che non s