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Visualizzazione dei post da febbraio 13, 2022

MEMORIA: SARAJEVO 30 ANNI DOPO

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Si avvicinano i giorni del trentennale del conflitto bosniaco, giorni in cui l'esercizio della memoria sarà compiuto in un contesto dove manca tutto quanto sarebbe opportuno: non c'è la pace, non c'è la giustizia, non c'è il rinnovamento. In questo complicato 2022, la Bosnia ricorda da vicino quella del 1992: la classe politica è litigiosa, violenta, incapace di trovare un accordo non diciamo sul rinnovamento, ma neppure su una spartizione del potere; la popolazione è preoccupata, o indifferente, o impegnata nella pura e semplice arte della sopravvivenza. In questi mesi, immagino che saranno molti i contributi di qualità sul ricordo del conflitto bosniaco del 1992-95, anche in italiano. In questa domenica di febbraio, inizio col segnalarvi  questo, a firma di Pietro Aleotti per East Journal. Buona lettura e buona domenica a tutti!

E' MORTO DUSAN MASIC, ANIMA DI RADIO B92

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 Nelle convulse giornate dei bombardamenti su Belgrado, correva l'anno 1999, insieme a tante speranze si spegneva in Serbia la voce libera di Radio B92. La radio belgradese era stata per tutti i terribili anni Novanta un costante pungolo al regime di Slobodan Milosevic e in quelle serate ancora senza Facebook, Twitter e compagnia, su una rete ancora giovane, il sito web di B92 diventava sempre più scarno: comunicati sempre più brevi, le notizie sulle prime bombe che cadevano in Kosovo, poi silenzio. A Radio B92 è inscindibilmente legata la figura di Dusan Masic, uno dei pilastri del giornalismo serbo. La sua storia, i suoi sogni, la sua instancabile tenacia nel perseguire progetti sempre nuovi, sono raccontati dall'amica e collega Antonela Riha in  questo articolo pubblicato da OBCT  .

BOSNIA ERZEGOVINA: SALE ANCORA IL PREZZO DEL CARBURANTE, NESSUN INTERVENTO PREVISTO

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 Il dibattito politico, in Bosnia Erzegovina, registra un innalzamento della tensione con il presidente di turno Zeliko Komsic che attacca presidente e premier croati, Milanovic e Plenkovic, chiarendo che le decisioni sull'adesione o meno alla NATO e sullo svolgimento o meno delle elezioni in autunno, spettano soltanto allo Stato bosniaco-erzegovese, e non verranno certo prese nella "piccola Mosca" (così viene dunque definita la Croazia. fonte:  Buka  Queste dichiarazioni molto dure e questa difesa dello Stato della Bosnia Erzegovina sono certo condivisibili, ma ai cittadini bosniaci farebbe probabilmente piacere avvertire la presenza dello Stato anche quando si recano a fare il pieno dell'auto o la spesa. In un interessante e dettagliato articolo , il portale Buka di Banja Luka mostra l'esatta composizione del prezzo di un litro di carburante, oggi ulteriormente aumentato. Ne risulta che niente, in BIH, è così gravato da tasse ed accise come il carburante: nel ca

PUTIN E IL FANTASMA DELLE GUERRE JUGOSLAVE

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  Da un articolo del portale BUKA di Banja Luka, apprendiamo che durante l'odierna conferenza stampa, Vladimir Putin ha rispolverato il fantasma dei conflitti jugoslavi degli anni Novanta. Putin, facendo riferimento alle parole del cancelliere tedesco Scholz, secondo cui sarebbe impossibile per la nostra generazione immaginare una guerra in Europa, ha ricordato che in Europa un conflitto recente c'è stato ed è quello della ex-Jugoslavia iniziato (sempre secondo il presidente russo) proprio dalla NATO. Nelle analisi politiche come nella propaganda, il parallelismo tra l'Ucraina attuale e la Jugoslavia dei primi anni Novanta è, purtroppo, molto frequente. Considerato quello che ha significato, e significa ancora, quel conflitto per i Balcani occidentali, non si può che fortemente sperare in un esito diverso.

REPUBLIKA SRPSKA: POSSIBILI SANZIONI DA PARTE DELL'UNIONE EUROPEA

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 Il portale N1 BIH riporta  in questo breve articolo  che è stato reso pubblico un documento interno della UE, nel quale vengono proposte sanzioni nei confronti dei funzionari della Republika Srpska, qualora l'entità semi autonoma bosniaca proseguisse nel suo percorso verso l'allontanamento dallo Stato centrale e in direzione secessionista. Le sanzioni riguarderebbero il congelamento dei beni e il divieto di viaggio per diversi funzionari della RS.

L'IDENTITA' JUGOSLAVA...SPIEGATA COI BISCOTTI

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 Ho sempre sostenuto, fin dai miei primissimi viaggi nell'area ex jugoslava, che l'identità di quel fu Paese è molto più comprensibile dalle piccole cose che da pesanti analisi storico sociali su concetti come etnia, cultura nazionale ecc... Ci possono essere stati serbi, croati, bosniaci, sloveni, macedoni e montenegrini che mettevano in discussione tutta la politica di Tito, che si ritenevano privilegiati o oppressi, ma tutti da bambini hanno mangiato i biscotti Domacica e Plazma. Il creatore di queste glorie della pasticceria industriale jugoslava, Petar Tutavac, è scomparso di recente e Slobodna Dalmacija gli ha dedicato un bell'articolo, ripreso da OBCT e  qui disponibile in italiano .  Vi invito alla lettura, per immergervi in un clima che vi darà la misura di quanto forte possa essere la nostalgia per un mondo definitivamente ed irrimediabilmente perso, e perso in modo violento. Un mondo fatto di grandi valori come la fratellanza, il socialismo, la resistenza, ma anc

LE (SCARSE) PREOCCUPAZIONI DELL'ITALIA PER LA BOSNIA

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 Se ne è parlato poco o nulla sulla stampa italiana, e in questo caso non è neanche un problema dato che questo tipo di incontri producono di solito risultati irrilevanti. Tuttavia, per dovere di cronaca, ricorderò in questa domenica sera che il sottosegretario agli Esteri italiano, Della Vedova, si è recato in Bosnia Erzegovina per una due giorni di incontri con leader politici dei vari partiti serbi, croati e bosgnacchi (qualche dettaglio in più  in questo articolo  dal portale Italia chiama Italia ).  Tra le poche cose interessanti, Della Vedova ha ricordato che la Bosnia Erzegovina (ed in particolare la Republika Srpska) è un importante partner commerciale per l'Italia, la quale è dunque molto preoccupata dalle ultime mosse di Banja Luka e del membro serbo della presidenza, Milorad Dodik (incontrato di persona da Della Vedova). Della Vedova ha anche ricordato come un serio problema per le aziende italiane operanti in Bosnia Erzegovina sia la difficoltà nel reperire personale qu