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Visualizzazione dei post da marzo 27, 2022

BOSNIA: SEI ATTIVISTI BOLOGNESI ESPULSI DAL PAESE

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 Sei attivisti bolognesi di Labas (quattro ragazze e due ragazzi, di età compresa tra i venti e i trent'anni) sono stati fermati dalla polizia bosniaca vicino alla città di Bihac, portati in caserma, interrogati per ore ed infine espulsi con foglio di via dal Paese, con l'accusa di "attività umanitaria illegale". Gli attivisti, al momento del fermo da parte della polizia bosniaca, stavano distribuendo acqua, docce e medicinali antiscabbia ad alcuni migranti afghani in un accampamento informale. Come noto e come raccontato  anche qui sul blog , la zona di Bihac è una delle più interessata dallo stazionamento di migranti, soprattutto afghani, che tentano poi di attraversare il confine con la Croazia, spesso molte volte e senza successo. Attualmente, la politica delle autorità locali è quella di impedire ogni insediamento informale, facendo convergere i migranti nel campo gestito dallo stato bosniaco insieme ad UE ed OIM, che si trova a 40 km dal confine e a molte ore da

SERBIA, ESPLOSIONE IN UNA MINIERA DI CARBONE: 8 MORTI

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 La vigilia delle elezioni serbe, caratterizzata da giornate di grande tensione ed incertezza, è stata funestata anche da un terribile incidente in una miniera di carbone a Soko, nella parte centrale del Paese. Secondo quanto  qui riportato da N1 ENGLISH , l'incidente sarebbe stato causato da una esplosione di gas metano, col conseguente crollo di una parte del pozzo della miniera. Si tratta del secondo grave incidente nella storia di questa miniera, dopo quello che nel 1998 costò la vita a 29 persone. Ad un giornalista di N1, fonti interne alla miniera hanno parlato di inadeguatezza nell'equipaggiamento dei minatori.  Il problema delle terribili condizioni di lavoro nelle miniere di carbone riguarda anche la vicina Bosnia Erzegovina, dove il 2021 è stato un anno di continue proteste dei minatori. Del tema ci siamo occupati anche sul blog,  in questo articolo .

ELEZIONI IN SERBIA: ALTRI ARTICOLI PER APPROFONDIRE

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 A pochi giorni dal voto in Serbia, continuo a proporvi articoli utili per conoscere ed approfondire la situazione di questo importantissimo "vicino di casa" della Bosnia Erzegovina. Iniziamo da  questo articolo in italiano da East Journal , utile per un inquadramento generale della tornata elettorale serba, alla quale (contrariamente a quanto avvenuto nelle precedenti elezioni, col boicottaggio completo) partecipano anche le forze di opposizione al SNS di Aleksandar Vucic. Molto interessante, per chi legge il bosniaco,  l'approfondimento di Buka  dedicato all'onnipresenza di Vucic sui cartelloni elettorali anche in Bosnia Erzegovina. Tale presenza non stupisce in Republika Srpska (l'entità bosniaca a maggioranza serba), dove sono molti i cittadini con doppia nazionalità bosniaca e serba e dove Vucic spera di raccogliere molti voti "sostitutivi" di quelli dei serbi del Kosovo, in parte delusi dalla politica del presidente e in parte messi in difficoltà d

SERBIA: PAURA ELETTORALE

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Il 29 marzo il quotidiano Danas, voce della Serbia libera e progressista, ha pubblicato un articolo che descrive magistralmente il clima elettorale in Serbia attraverso una parola: paura. Non un sentimento legato a questa particolare tornata elettorale (in Serbia si vota il 3 aprile), ma piuttosto alle elezioni in generale. Secondo Vukasin Obradovic, infatti, il livello di decadenza politica e sociale raggiunto dal proprio Paese è tale che ogni consultazione elettorale finisce per trasformarsi in occasione di scontro e divisione profonda: ecco perché i cittadini guardano alle elezioni con paura, invece che con fiducia e partecipazione, come sarebbe normale in un sano sistema democratico.  Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa ha ripreso e riproposto in italiano l'articolo di Obradovic,  qui disponibile . 

KOSOVO: GLI SCENARI TRA LA NATO E LE ELEZIONI SERBE

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 Insieme alla Bosnia Erzegovina, il Kosovo è certamente il territorio dei Balcani Occidentali più toccato dalle conseguenze internazionali del conflitto russo-ucraino. La richiesta del Kosovo di ingresso nella UE e, soprattutto, nella NATO, mettono in movimento ed agitazione l'intera area. Su East Journal, Pietro Aleotti ha dedicato nei giorni scorsi un lungo articolo esplicativo alla questione, alla cui lettura vi vorrei invitare oggi.   Qui l'articolo completo ,  buona lettura.

PACIFISMO E NONVIOLENZA IN CROAZIA

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Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa ha pubblicato un lungo, dettagliato e a mio parere molto interessante articolo alla cui lettura vorrei invitarvi.  Originariamente apparso su "Novosti", l'articolo propone una ricognizione delle varie anime del pacifismo e della nonviolenza in Croazia, paese segnato da ferite profondissime dopo la disgregazione della Jugoslavia ed ora emotivamente molto coinvolto nel conflitto russo-ucraino.  Qui disponibile l'articolo in italiano , interessante anche per i molti link utili per conoscere la storia ed attività di importanti associazioni ed ong croate.

LO SPIRITO DI DJORDJE BALASEVIC SULL'UCRAINA FERITA

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 Molte testate giornalistiche serbe e bosniache, riportano questa mattina la notizia della condivisione su Instagram, da parte di un gruppo di artisti dell'area di Donetsk, contesa tra Russia ed Ucraina, di uno striscione con alcuni versi tratti dalla celeberrima canzone di Djordje Balasevic "Samo da rata ne bude" ("Basta che non ci sia la guerra").  Il cantautore serbo, popolarissimo in tutta la ex Jugoslavia e scomparso di recente, scrisse il testo di quella canzone sul finire degli anni Ottanta, quando i venti della disgregazione e della guerra iniziavano a soffiare minacciosi sul suo Paese. Memorabile il suo concerto del 1998, nella Sarajevo che usciva da un conflitto devastante e nella quale provò a riportare lo spirito della fratellanza tra i popoli dell'ormai disgregata Jugoslavia. qui l'articolo di N1 BIH  , con il post apparso su Instagram, condiviso poi dal figlio di Djordje Balasevic, Aleksa.

KOSOVO: LA PROTESTA DEI GIUDICI SERBI

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  Nella complicata e tesisissima campagna elettorale serba, non poteva non irrompere l'eterna questione del Kosovo. Alcuni rappresentanti politici serbi del Kosovo, insieme al capo del tribunale di Mitrovica, Liljana Stevanovic, hanno partecipato ad un incontro a Belgrado col presidente serbo Vucic, durante il quale si è discusso della decisione di Pristina di impedire ai serbi del Kosovo di esprimere il proprio voto in occasione delle elezioni serbe del 3 aprile.  La partecipazione della Stevanovic a questo incontro ne ha provocato la sospensione dal lavoro e ciò ha a sua volta scatenato la protesta di giudici e personale giudiziario serbo in Kosovo, con una astensione dal lavoro nella giornata di venerdì e una partecipata manifestazione di piazza a Mitrovica, nel nord del Kosovo. Secondo fonti kosovare, a tale manifestazione (svoltasi senza incidenti) avrebbero preso parte anche persone arrivate con una decina di pullman da Belgrado e Cacak, circostanza smentita dagli organizzato