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Visualizzazione dei post da aprile 10, 2022

BOSNIA ERZEGOVINA, IN BILICO TRA MOSTAR E BRUXELLES

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 Segnalo due articoli in italiano, entrambi appena usciti, che ben fotografano le attuali preoccupazioni e paranoie dei Balcani occidentali e in particolare della Bosnia Erzegovina, la cui politica si trova ormai sull'orlo della crisi di nervi. Il primo articolo,  da OBCT , ci spiega come dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, a Bruxelles si siano improvvisamente accorti di quanto pericolosamente instabile sia la situazione dei Balcani ed in particolare della Bosnia Erzegovina, motivo per cui dopo anni e anni di semi indifferenza, ora sembra che l'adesione di tutti i Paesi di quell'area si debba realizzare in tempi accelerati.  Difficile però che questo possa realmente avvenire, dato che in Bosnia Erzegovina, cuore del problema balcanico, la politica dà il peggio di sé:  da East Journal , tutti i dettagli sulla proposta di legge del partito nazionalista croato di Bosnia (HDZ BIH di Dragan Covic) per l'indicazione dell'appartenenza nazionale sulle carte d'ident

A BELGRADO MANIFESTAZIONE PRO RUSSIA: FUMOGENI DAVANTI AL PARLAMENTO

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 Nella serata di ieri, a Belgrado si è tenuta una manifestazione in supporto della Russia, fatto certamente non nuovo ma inedito per numero di partecipanti e "coreografia". Iniziata con un raduno intorno al monumento dello zar russo Nikolai, la manifestazione si è poi spostata davanti al Parlamento, dove sono stati accesi e lanciati numerosi fumogeni e una bandiera russa è stata appesa alla finestra dell'ufficio del presidente, Aleksandar Vucic. La protesta, che ha avuto come sottofondo musicale gli inni nazionali serbo e russo e musica russa, era contro la possibilità che la Serbia aderisca a sanzioni contro la Russia e contro la decisione del governo serbo di votare a favore della sospensione della Russia dal Consiglio per i diritti umani dell'ONU. Fonte:  N1 ENGLISH

LE ELEZIONI IN SERBIA, VISTE DA BANJA LUKA

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 Tra le molte analisi post-elettorali del voto serbo, aspettavo da giorni di poter suggerire qualcosa da Banja Luka. Ovviamente, l'unica fonte su cui mi aspettavo di leggere articoli affidabili era il portale Buka, che infatti ha pubblicato questo editoriale di Aleksandar Trifunovic, ripreso e tradotto in italiano  da OBCT .  Due i punti salienti e poco sottolineati da tutti gli altri contributi post voto fin qui segnalati: primo, il peso sempre crescente dell'estrema destra, filorussa, nazionalista e antieuropeista, allevata e coccolata dallo stesso Vucic. Il neo ri-eletto presidente serbo, probabilmente, non pensava che i partiti di estrema destra superassero lo sbarramento: ora se li ritrova invece in parlamento, e negoziare con loro potrebbe alla lunga danneggiare l'immagine di leader moderato che si era faticosamente costruito fuori dalla Serbia. Un secondo punto importante è la percentuale di voti ottenuta da Vucic in Republika Srpska (ricordiamo che molti abitanti de

MINIERE DI LITIO IN SERBIA: È DAVVERO FINITA?

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 Con un occhio rivolto alla scadenza elettorale del 3 aprile e l'altro alle autostrade bloccate dalle proteste degli ambientalisti, a gennaio di quest'anno la premier serba Ana Brnabic e il presidente Vucic (appena rieletto) hanno dichiarato "finito" il progetto di estrazione di litio da parte di Rio Tinto in Serbia ( i dettagli in questo articolo ). In Serbia, dove la coalizione ambientalista MORAMO è appena entrata in parlamento (ne abbiamo scritto  ieri sul blog ) sono tuttavia in molti a pensare che si sia trattato di una mossa cosmetica e che la storia dello sfruttamento delle miniere di litio sia tutt'altro che finita. Intanto, vi consiglio la lettura di questo lungo e documentatissimo articolo  dal portale Balkan Insight ,  dove la storia viene raccontata in ogni dettaglio, dall'inizio alla (non) fine.

ONDA VERDE IN SERBIA: "MORAMO" ENTRA IN PARLAMENTO

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 La coalizione "Moramo" ("Dobbiamo"), evoluzione del movimento ecologista belgradese "Ne davimo Beograd" ("Non cediamo Belgrado") è entrata nella "vera" politica serba, ottenendo circa 13 seggi sia al consiglio comunale di Belgrado, che nel Parlamento nazionale. Considerando che i Balcani occidentali sono una delle zone più sfruttate ed inquinate d'Europa, non stupisce che le forze più vitali e progressiste della Serbia abbiano trovato proprio sui temi ambientali un terreno di convergenza. Il punto di partenza del movimento sono state le battaglie contro la costruzione di centrali idroelettriche (tema molto sentito anche nella vicina Bosnia Erzegovina, di cui ci siamo occupati anche sul blog ) e lo sfruttamento delle miniere di litio. Il coordinatore internazionale di "Ne davimo Beograd" e membro della coalizione "Moramo", Predrag Momcilovic, vede nei risultati elettorali serbi un bicchiere mezzo pieno. E' ve

DAL REGNO UNITO SANZIONI PER DODIK E CVIJANOVIC

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 La ministra degli esteri del Regno Unito, Elisabeth Truss, ha reso noto che il governo britannico ha approvato un pacchetto di sanzioni contro i due politici serbo-bosniaci Milorad Dodik (membro della presidenza tripartita della BIH) e Zeljka Cvijanovic, presidente della Republika Srpska (l'entità a maggioranza serba della Bosnia Erzegovina). Nel motivare questa scelta del governo britannico, Truss tira in ballo direttamente anche la Russia, sostenendo che appunto "incoraggiati da Putin" questi due politici avrebbero minato la pace faticosamente conquistata dalla BIH, tentando di realizzare una secessione di fatto della Republika Srpska. Le sanzioni dovrebbero consistere in un divieto di viaggiare nel Regno Unito e di godere di qualunque proprietà lì detenuta.  Difficile giudicare se questo tipo di sanzioni, stabilite tardi e senza concerto con gli altri Paesi europei, possano avere qualche utilità.  Fonti:  N1 BIH  ,  ANSA

DOVE VA LA SERBIA? PRIME ANALISI, UNA SETTIMANA DOPO IL VOTO

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 La domenica, tradizionalmente, è il giorno dedicato a qualche lettura di più ampio respiro. Per questo, ho pensato oggi di segnalarvi un paio di articoli di analisi dei risultati elettorali serbi di domenica scorsa. Apparentemente, le novità non sembrerebbero molte: il presidente uscente, Vucic, è stato rieletto con oltre il 58% dei voti e il suo principale sfidante, Zdravko Ponos, non è arrivato al 19%.  La Serbia sembrerebbe dunque saldamente in mano al suo uomo forte, che in campagna elettorale ha promesso "Mir i Stabilnost", pace e stabilità, ad un popolo disorientato e spaventato da tensioni interne e dal complicato scenario internazionale. Tuttavia, a ben guardare, rispetto a due anni fa (quando i partiti d'opposizione boicottarono le elezioni parlamentari e il Parlamento serbo divenne praticamente monocolore) sono cambiate parecchie cose. Questa volta, l'SNS di Vucic non potrà governare da solo, ma dovrà fare affidamento su alcuni alleati storici, prima di tut