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Visualizzazione dei post da dicembre 5, 2021

JASMILA ZBANIC PORTA LA BOSNIA IN EUROPA

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  Oggi la Bosnia Erzegovina si è svegliata al centro dell'Europa: "Quo vadis Aida?" , la pellicola di Jasmila Zbanic  dedicata al genocidio di Srebrenica, ha trionfato agli European Film Awards, gli Oscar del cinema europeo. Il film si è aggiudicato la vittoria in ben tre importanti categorie: miglior film europeo in assoluto, miglior regia, miglior attrice per Jasna Djuricic.  Sul palco, la regista bosniaca ha ringraziato prima di tutto Lina Wertmuller , scomparsa da pochi giorni e considerata la grande ispiratrice di tutte le donne dietro la macchina da presa, poi l e donne di Srebrenica , madri, mogli e sorelle delle vittime del genocidio.  Questo riconoscimento arriva proprio nel momento in cui la Bosnia Erzegovina sembra travolta dal suo recente passato, tra arresti di criminali di guerra e deliri secessionisti nella parte a maggioranza serba del Paese. La speranza, ora, è che l'opera di Zbanic contribuisca a mostrare a tutta l'Europa il volto migliore della

LA BOSNIA ERZEGOVINA SI SVEGLIA NEL PASSATO

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 C'è grande attesa, in Bosnia Erzegovina, per la seduta straordinaria del parlamento della Republika Srpska , l'entità a maggioranza serba del Paese. La seduta di oggi, 10 dicembre 2021, sarà infatti dedicata al passaggio di numerose competenze dallo Stato centrale all'entità (si parla di settori importantissimi, quali la difesa e il fisco). Ormai da tempo il leader serbo-bosniaco Milorad Dodik , membro serbo della presidenza tripartita della Bosnia Erzegovina, minaccia una secessione di fatto dell'entità e oggi ci si potrà fare un'idea più precisa di quale direzione prenderanno gli eventi. In attesa di commentare, nei prossimi giorni, i reali contenuti di questa seduta straordinaria, vi consiglio questo articolo in italiano dal  Corriere del Ticino  dell'8 dicembre, dove in modo breve ed esauriente, viene spiegato come la situazione in Bosnia Erzegovina si sia fatta sempre più tesa negli ultimi mesi, in un quadro di sostanziale paralisi delle istituzioni. A pro

AD UN PASSO DALL'EUROPA: I MIGRANTI IN BIH

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  Se ne parla ormai da anni, almeno dal 2018, quando la "rotta balcanica" classica (Turchia-Grecia-Serbia-Ungheria) venne bruscamente chiusa al transito di decine di migliaia di persone disperate, in viaggio a piedi verso l'Europa: da quel momento, la Bosnia Erzegovina è diventata terra di passaggio verso la Croazia e la Slovenia, porta del sogno europeo. Al confine nord-ovest della Bosnia, nell'area di Bihac (capoluogo del cantone Una-Sana) si sono creati col tempo numerosi insediamenti, ufficiali e non, di profughi, specialmente vicino alla cittadina di confine di Velika Kladusa.  I media italiani parlano poco di questa situazione e quando lo fanno non mancano di sottolineare soltanto le negatività. Giusto e anzi doveroso è sottolineare l'atteggiamento violento e disumano della polizia croata , che senza alcuna base legale respinge i migranti impegnati nel cosiddetto game: il tentativo disperato di attraversare a piedi, nei boschi, il confine. Meno corretto, in

BOSNIA ERZEGOVINA: QUALE FUTURO?

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  Oggi vi voglio dare un consiglio: prendetevi un quarto d'ora e leggete la lunga, ma interessante ed esauriente intervista di Luisa Chiodi a Valery Perry, ricercatrice e profonda conoscitrice dei Balcani, residente a Sarajevo dagli anni Novanta. In questa chiacchierata per Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa vengono trattati tutti i temi più importanti degli ultimi 25 anni di storia bosniaca, con uno sguardo rivolto al futuro della BIH nel difficile contesto interno ed internazionale contemporaneo. Ecco il  link per l'intervista . Buona lettura!

TUZLA SENZA RESPIRO

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Raif Camdzic aveva 40 anni e il suo funerale si celebrerà oggi, in una Tuzla resa ormai irriconoscibile da crisi economica ed emergenza sanitaria. Città operaia e dalla vocazione progressista, esempio di convivenza civile durante il conflitto del 1992-95, oggi Tuzla vive le conseguenze delle annunciate politiche di riconversione energetica. La strada verso l'abbandono del carbone, risorsa e condanna di questa città , ha reso sempre più incerte e precarie le condizioni di vita dei minatori, protagonisti nelle ultime settimane di numerose proteste. Di questa ultima drammatica morte sul lavoro (un lavoro terribile e distruttivo per la salute) si occupa poco perfino la stampa bosniaca: per trovare la notizia in primo piano occorre consultare il portale locale di Tuzla,  RTV SLON . In italiano, però, vi invito a leggere o rileggere un interessante reportage di Internazionale  sulla centrale a carbone di Tuzla (un "mostro" presente in città, h24, alla vista e all'olfatto: l

LA STAMPA ITALIANA RISCOPRE LA BIH (E NON E' UNA BUONA NOTIZIA)

 Negli ultimi giorni la Bosnia Erzegovina è tornata ad interessare i media italiani, che ormai da anni se ne occupano pochissimo. Huffington Post, testata online tutt'altro che specializzata sui Balcani, emanazione di Repubblica, si ricorda improvvisamente  della Bosnia Erzegovina con ben due articoli in due giorni. Al centro, l'incontro tra il membro serbo della presidenza tripartita Milorad Dodik e Vladimir Putin, suo protettore internazionale. La sempre minacciata secessione della Republika Srpska (l'entità semi autonoma a maggioranza serba del Paese) potrebbe ora concretizzarsi? Il contesto internazionale, purtroppo, non ci permette di escluderlo, anche se questo si tradurrebbe molto probabilmente in un nuovo conflitto armato, a 25 anni di distanza dagli accordi di Dayton. Ecco i link ai due articoli di Huffington Post, utili anche ad approfondire la storia bosniaca dalla fine del conflitto del 1992-95 ad oggi:  Il passato difficile della BIH /  Le relazioni pericolose

COME RESTARE INFORMATI SU BOSNIA ERZEGOVINA E DINTORNI

 Nonostante la capitale bosniaca Sarajevo disti poche ore di auto dall'Italia, nel nostro Paese avere notizie affidabili ed aggiornate sulla Bosnia Erzegovina è tutt'altro che semplice. Anche se negli ultimi giorni diversi quotidiani hanno improvvisamente ricominciato ad occuparsi di Bosnia Erzegovina, a causa dei soliti deliri secessionisti del membro serbo della presidenza, Milorad Dodik, "normalmente" la copertura della stampa internazionale di questo piccolo Paese è limitatissima.  A questo, bisogna purtroppo aggiungere che, anche se si conosce la lingua serbo-croata-bosniaca, la stampa libera e indipendente in Bosnia Erzegovina (e specialmente nella Republika Srpska , l'entità semi-autonoma a maggioranza serba del Paese) quasi non esiste. Non perdetevi d'animo, comunque: se cercate bene, e vi fidate del mio aiuto, troverete molti modi per informarvi in modo preciso ed esauriente sulla BIH. Tutti i siti web che vi consiglierò in questo post, li troverete p