SREBRENICA: 29 ANNI DOPO, IL RICORDO E’ VIVO

 Non so più dire quante volte ho scritto del genocidio di Srebrenica dell’11 luglio 1995. Impossibile per me essere neutro: troppi i ricordi, il dolore, gli amici…troppo tutto, quando devo parlare di Srebrenica.

Tuttavia, sono ben consapevole che questa storia è ai più sconosciuta, quindi sento quasi il dovere di raccontarla ancora una volta e sento anche il dovere di usare parole semplici.

Srebrenica, nord est della Bosnia, enclave bosgnacca in un territorio controllato dalla VRS, l’esercito serbo-bosniaco. Srebrenica, che si era riempita di profughi provenienti dai villaggi intorno: una prigione, una gabbia affollata, privata del cibo, dell’acqua, della dignità. Srebrenica, che l’ONU aveva dichiarato “area protetta”: non fu mai protetta da nessuno, non certo dai caschi blu che furono lesti a fuggire anche in quel 11 luglio. 

Semplice da raccontare, lineare, quello che successe alla caduta dell’enclave di Srebrenica, dopo l’entrata in città del macellaio Ratko Mladic. E allora ve lo racconto, per immagini.Tutti i civili rimasti portati a Potocari, un paio di chilometri fuori città, davanti al compound dell’ONU. Non scherzo, è esattamente lì davanti che le donne e i bambini vengono separati dagli uomini: se superi il metro e 50 e sei maschio, sei un uomo. Una colonna di autobus porterà donne e bambini, soli, affamati, disperati a Tuzla, oltre la linea del fronte. 

Gli uomini: oltre 10mila. Nessuna perifrasi per descrivere il loro destino. Imprigionati, molto spesso torturati per giorni, poi tutti indiscriminatamente uccisi. Un’operazione pianificata nei minimi dettagli: i corpi sepolti in molteplici fosse comuni, senza pietà, meno di bestie. Corpi poi smembrati più volte, con le fosse riaperte e mischiate in fosse secondarie, negli anni successivi. Di quell’umanità si dovevano perdere le tracce.

Oltre 10mila persone uccise, un genocidio in Europa, nel 1995. Questo si commemora ogni 11 luglio, seppellendo i resti ritrovati e identificati nel  corso dell’anno: un’operazione ancora lontana dalla fine, 29 anni dopo. 

In poche parole, questo è stata Srebrenica. Poche parole da non dimenticare mai. 

Commenti

Post popolari in questo blog

SERBIA: ATTACCO ALL'AMBASCIATA ISRAELIANA A BELGRADO

UFFICIALE: DODIK PRESIDENTE DELLA REPUBLIKA SRPSKA

KOSOVO: GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI