BOSNIA ERZEGOVINA: MINISTRA TEDESCA ESPULSA DALLA REPUBLIKA SRPSKA

 Proprio nel giorno in cui a Sarajevo si ricordava l'anniversario dell'inizio dell'assedio (5 aprile 1992), il teatro dell'assurdo andava in scena a Banja Luka, dove la ministra tedesca per l'Europa ed il Clima, Anna Luhrmann, veniva dichiarata "persona non grata" e di fatto espulsa dall'entità serba della Bosnia insieme alla sua delegazione. Il giorno prima, Austria e Germania avevano deciso di impedire l'ingresso nei loro Paesi alle massime autorità politiche di Banja Luka (Dodik, Stevandic, Viskovic), dato che queste si trovano sotto mandato d'arresto da parte delle autorità di Sarajevo, arresto al momento non materialmente eseguito.

Siamo abituati da sempre a veder succedere in Bosnia Erzegovina le cose più incredibili, ma la situazione presentatasi ieri ha sfumature grottesche e potenzialmente molto pericolose a livello almeno europeo. I vertici di una entità semiautonoma, sotto mandato d'arresto da parte delle autorità centrali, continuano a muoversi in giro per il mondo (Dodik ha viaggiato in Israele e Russia, entrando e uscendo dalla Bosnia Erzegovina senza essere arrestato ad alcuna frontiera), a governare e prendere decisioni incostituzionali, e infine possono permettersi di espellere un ministro tedesco dal territorio sotto il loro controllo. 

La situazione si va complicando di giorno in giorno: quella di dare esecuzione al mandato di arresto, unico vero modo per Sarajevo di riaffermare la propria sovranità e di iniziare ad assomigliare ad uno Stato, sembra non essere una opzione praticabile, perchè nessuno sembra averne la forza e forse neppure la volontà al momento (la lista di "prudenti" è lunga, dalla SIPA alla EUFOR). D'altra parte, però, questo continuo gettare acqua sul fuoco rischia di non bastare, in assenza di elementi nuovi per possibili trattative tra Sarajevo e Banja Luka.  La diretta interessata, Anna Luhrmann, in una intervista esclusiva ad N1 (qui disponibile in inglese) ha quasi minimizzato l'incidente, sostenendo di aver sostanzialmente terminato il proprio programma di incontri in Bosnia Erzegovina (compresi alcuni tenutisi a Banja Luka con esponenti dell'opposizione e della società civile) nel momento in cui ha ricevuto l'"invito" (infarcito di minacce) ad abbandonare l'entità serba. Luhrmann ha tenuto a chiarire che la Germania  non ce l'ha coi cittadini della Republika Srpska e che le sanzioni e i divieti riguardano solamente l'attuale dirigenza e i suoi sostenitori, motivo per cui ci ha tenuto a recarsi a Banja Luka, città di cui ha elogiato la bellezza ed ospitalità.

Nella serata di ieri è arrivata anche la reazione veemente e preoccupata del ministro degli esteri della Bosnia Erzegovina, Elmedin Konakovic, il quale si è detto intenzionato a scrivere in merito alla vicenda ai leaders della UE, alle ambasciate inglese e statunitense in BIH e infine a NATO ed EUFOR per sottolineare il fatto che la situazione è "uscita dai normali confini ed è entrata in un territorio pericoloso" (qui l'articolo di N1 in inglese). 

Riguardo alle reazioni all'interno della Republika Srpska, il giovane sindaco di Banja Luka ed oppositore di Dodik, Drasko Stanivukovic, ha definito l'espulsione della ministra tedesca "un atto di primitivismo politico" (qui l'articolo pubblicato da Buka).

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