BOSNIA ERZEGOVINA: DODIK IN ATTESA DI SENTENZA

 La procura della Bosnia Erzegovina ha chiesto cinque anni di carcere e dieci di interdizione dalle cariche pubbliche per il presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik. L'incriminazione, molto seria sia sul piano giudiziario che su quello politico, nasce dal costante rifiuto di Dodik di riconoscere l'autorità dell'Alto Rappresentante per la Bosnia Erzegovina, il tedesco Carl Schmidt. 

Dodik, che ha più volte minacciato la secessione dell'entità serba della Bosnia Erzegovina ed ha fino ad oggi goduto dell'appoggio tanto della Serbia di Vucic quanto della Russia di Putin, ha sempre dichiarato illegittime le decisioni di Schmidt, fin dall'entrata in carica nel 2021.

La vicenda giudiziaria, tuttavia, riguarda la promulgazione di due specifiche leggi da parte di Dodik,  votate dall'Assemblea Nazionale della Republika Srpska nel 2023 e successivamente annullate dall'Alto Rappresentante: una stabiliva che le sentenze della Corte Costituzionale bosniaca non avrebbero avuto applicazione nell'entità serba, l'altra disconosceva l'applicazione nella stessa entità serba delle decisioni dell'Alto Rappresentante.

La sentenza, attesa per mercoledì 26 febbraio, potrebbe avere conseguenze anche molto gravi sulla stabilità della Bosnia Erzegovina. Milorad Dodik, in aula, si è rivolto direttamente alla giudice Sena Uzunovic avvertendo che da questa sentenza dipenderanno "la pace e la stabilità della Bosnia Erzegovina", mentre il suo avvocato, Goran Bubic, ha parlato di un processo politico per tagliare fuori Dodik dalla vita politica del Paese.

Insieme a Dodik è sotto processo a Sarajevo anche Milos Lukic, direttore della Gazzetta Ufficiale della Republika Srpska, che rifiuta di pubblicare le decisioni dell'Alto rappresentante.

ANSA

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