CALCIO, POLITICA, VIOLENZA: IN BOSNIA E' STATO IL WEEK END DEI DERBY

In Bosnia Erzegovina si sono concentrati nel weekend appena trascorso entrambi i derby calcistici più attesi e temuti, quello di Sarajevo tra FK Sarajevo e Zeljeznicar e quello di Mostar, tra Zrinjski e Velez. 

Entrambe queste partite sono considerate sempre ad altissimo rischio di scontri, anche se le rivalità che le contraddistinguono sono di tipo diverso. A Sarajevo i tifosi sono divisi, più che dall'appartenenza etnico-nazionale, da un'antica inimicizia che potremmo definire "di classe". Se infatti è vero che lo Zeljeznicar ha sede e stadio a Grbavica (quartiere tristemente noto per l'occupazione serba durante la guerra), è soprattutto per l'origine proletaria e non autoctona della sua tifoseria storica che il club viene snobbato dai sarajevesi del centro città. Mentre l'FK Sarajevo è la squadra che rappresenta (o almeno rappresentava storicamente) la borghesia cittadina, lo Zeljeznicar già dal nome (una specie di "dopolavoro dei ferrovieri") rimanda alla classe operaia, fatta soprattutto di "nuovi" sarajevesi, giunti in città dalle campagne sull'onda dello sviluppo industriale degli anni 60-70 del Novecento. Questa volta si giocava a Grbavica (domenica sera, ore 20): l'incontro è finito 0-0, con tre espulsioni.

A Mostar, invece, la divisione tra Zrinjski e Velez corre sulla stessa linea che divide in due la città erzegovese: croati da una parte, bosgnacchi dall'altra e non c'è mai stata occasione in cui questo scontro non sia sfociato in incidenti più o meno gravi: la città viene di fatto militarizzata ogni volta che le due squadre si affrontano. Questa volta le cose sono andate anche peggio del solito. Si giocava sabato alle 16, nello stadio dello Zrinjski e le nei giorni precedenti se ne erano già viste di tutti i colori, con aggressioni e minacce tra le tifoserie, tanto che le forze di polizia avevano deciso di vietare l'ingresso allo stadio ai tifosi del Velez, diramando contemporaneamente anche un avviso sul pericolo rappresentato da diversi bus di tifosi dello Zrinjski intenzionati ad arrivare a Mostar dalla Croazia. Il match è poi finito 1-0 per lo Zrinjski ed è stato seguito da una invasione di campo dei tifosi locali, arginata con fatica dall'imponente schieramento di forze di polizia. Fuori dallo stadio, poi, anche i tifosi del Velez hanno dato il peggio di sè, esponendo una bandiera croata accanto a quella israeliana, in un mix di nazionalismo ed antisemitismo.

Come spesso accade, e noi in Italia lo sappiamo bene, lo stadio può diventare un luogo dove è più facile rimuovere tutti i filtri, ma che sostanzialmente riproduce i vari disagi di una società: in questo senso, dunque, i derby bosniaci rappresentano un ottimo punto di osservazione sulle fratture che percorrono oggi il Paese.

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