ELEZIONI IN BOSNIA: ALTA TENSIONE A BANJA LUKA E DINTORNI

Mentre si moltiplicano le segnalazioni di frodi ed irregolarità in migliaia di seggi elettorali in tutta la Bosnia Erzegovina (qui un riepilogo della situazione da OBCT), la coda più velenosa di queste elezioni riguarda certamente la carica di presidente della RS, l'entità a maggioranza serba del Paese.

Come si ricorderà, la sera del 2 ottobre la candidata dell'opposizione, Jelena Trivic, aveva dichiarato vittoria e nella notte i suoi sostenitori avevano festeggiato per le strade di Banja Luka. L'indomani, però, Milorad Dodik (attuale membro della presidenza tripartita bosniaca e candidato presidente della RS per il partito di maggioranza SNSD) ha a sua volta dichiarato di avere un vantaggio incolmabile sulla Trivic e di essere dunque il vincitore. I risultati definitivi non sono ancora stati resi noti, ma nel frattempo la situazione si è decisamente scaldata. A Banja Luka si sono tenute due grandi manifestazioni dell'opposizione, giovedì e domenica sera. Alla manifestazione di domenica, secondo gli organizzatori, avrebbero partecipato circa 30mila persone (appena 2500 secondo le autorità). Nonostante il divieto della polizia, che aveva autorizzato la manifestazione ma vietato i cortei, i partecipanti hanno sfilato anche sotto il palazzo del governo della RS.

Al momento, per le strade e in piazza tutto si è svolto con ordine, ma la tensione è ulteriormente salita quando è stata resa nota la decisione della Commissione Elettorale Centrale di procedere ad un riconteggio dei voti, accogliendo quindi le richieste dell'opposizione. Nella giornata di ieri, uno dei membri della CEC, Vanja Bjelica Prutina, è scoppiata in lacrime durante una seduta dell'organismo (qui il filmato, da N1) sostenendo di sentirsi un bersaglio e di temere per la propria incolumità, dopo esser stata indicata da Dodik, personalmente, come "qualcuno che sta distruggendo la Republika Srpska" per aver appoggiato la decisione sul riconteggio dei voti. Prutina si dice preoccupata per l'incolumità propria e del figlio, dato che vive in RS e ricorda come anche l'altra donna membro della CEC, Irena Hadziabdic, sia stata più volte attaccata, insultata ed intimidita.



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