BOSNIA, PRIMI RISULTATI: STORICA VITTORIA DI BECIROVIC, CAOS A BANJA LUKA

Nonostante la campagna elettorale bosniaca sia stata noiosa e insignificante sotto molti punti di vista, i primi risultati delle elezioni sono piuttosto scoppiettanti. Prima di tutto, a Sarajevo si celebra la vittoria di Denis Becirovic per il posto bosgnacco alla presidenza tripartita. Una vittoria che non esitiamo a definire storica, dato che nel dopoguerra questa carica era sempre stata appannaggio dell'SDA dello sconfitto Bakir Izetbegovic. Denis Becirovic, socialdemocratico, si è presentato alla guida di una coalizione di ben 11 partiti, uniti principalmente dal desiderio di porre fine al "sistema" Izetbegovic. Nelle sue prime dichiarazioni, Becirovic ha usato parole molto forti ed assolutamente inconsuete nella politica bosniaca: ha invitato tutti i cittadini ad unirsi, ha ricordato (fatto davvero sbalorditivo) che la Jugoslavia 32 anni fa era una potenza e che gli anni '90 hanno lasciato strascichi terribili, inviando un messaggio di pace e collaborazione a Serbia, Croazia, Montenegro. "Invito tutte le persone della regione ad unirsi e a collaborare" ha detto.

Nessuna sorpresa riguardo al posto serbo e croato alla presidenza tripartita, vinti rispettivamente dalla fedelissima di Milorad Dodik, Zelika Cvijanovic (SNSD) e dal riconfermato Zeljko Komsic (DF).

Caos, invece, a Banja Luka per l'attribuzione della carica di presidente della RS. La candidata di opposizione Jelena Trivic (PDP) ha dichiarato la propria vittoria e nella serata di ieri, fino a notte fonda, i suoi sostenitori hanno festeggiato per le strade di Banja Luka. Il leader di SNSD e "padrone" della RS, Milorad Dodik, si è però a sua volta attribuito la vittoria, dichiarando in serata che nonostante lo spoglio non fosse ancora completo, il suo vantaggio era incolmabile. La situazione, nella giornata di oggi, potrebbe farsi molto tesa e complicata a Banja Luka. Tra l'altro, la Trivic in una delle sue prime dichiarazioni, ha affermato che "seguirà la politica della Serbia e non tradirà, come Dodik": un chiaro segnale della ricerca di una piena legittimazione non a Sarajevo, ma a Belgrado. E un chiaro segnale del fatto che, comunque finirà questa contesa, la RS non guarderà a Sarajevo come propria capitale, ma (come sempre) a Belgrado. Nulla di buono all'orizzonte.



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