GRAZIE LANA, PER FARCI SOGNARE UN'ALTRA BOSNIA

In questo agosto pre-elettorale, terribilmente noioso e inutile qui in Italia come in Bosnia Erzegovina, improvvisamente si è accesa una luce. Improvvisamente c'è di nuovo qualcosa, o meglio qualcuno, di cui valga la pena scrivere. È una ragazzina di sedici anni, che ormai tutta la Bosnia conosce: si chiama Lana Pudar ed è salita sul gradino più alto del podio nei 200 farfalla, agli Europei di Roma. Al terzo posto, su quel podio, c'era la nostra Ilaria Cusinato, ma (spero non me ne voglia) io non l'ho neppure vista. Ascoltavo l'inno della Bosnia Erzegovina e basta, la scena era tutta per Lana. È nata, questa ragazzina che ha nuotato una finale perfetta, in una delle città più difficili di uno dei Paesi più difficili d'Europa: Mostar, capoluogo dell'Erzegovina. Una città nella quale è difficile perfino avere un governo e un sindaco, una città divisa e rancorosa, dove all'ombra dello scintillante Stari Most ricostruito covano le ceneri di un conflitto mai davvero concluso. A Mostar non sono mai tutti a casa: o sei a Est o a Ovest, musulmano o croato (serbi ne restano pochi). Mostar, la città di Aleksa Santic e del cimitero dei partigiani, continuamente danneggiato e riparato fino alla terribile devastazione patita pochi mesi fa. Da qui viene Lana Pudar, da una città che, tra parentesi, non ha mai neppure avuto una piscina olimpionica. Nell'ultimo anno solo Lana, muovendo folle incredibili ad attenderla quando rientrava dalle sue gare all'estero, ha regalato a Mostar momenti di gioia vera e per tutti, non quella tribale dei derby calcistici che sempre mettono la città a ferro e fuoco e va già bene se non ci scappa il morto, no, la gioia di famiglie intere che in lei vedono una possibilità di futuro per la loro disgraziata città e Paese. 
Da questo punto di vista, i complimenti più importanti arrivati a Lana sono forse quelli del giovane sindaco serbo di Banja Luka, Drasko Stanivukovic, personaggio controverso, ma fautore del dialogo su molti fronti (frequenti le sue interlocuzioni con la sindaca bosgnacca di Sarajevo, Beniamina Karic).
Grazie Lana, magari giusto per una sera, ma abbiamo sognato una Bosnia nuova.
Qui da Buka, le parole di Stanivukovic. 

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