MONTENEGRO: IL RITORNO DELL' ETERNO DJUKANOVIC

 Il piccolo Montenegro, in questo periodo, è uno degli osservati speciali della pentola a pressione balcanica. Dopo la fine del governo Krivokapic, il primo da trent'anni senza il DPS, è appena nato un nuovo governo di minoranza, col fondamentale appoggio esterno, appunto, del DPS di Milo Djukanovic. 

In un lungo articolo di Balkan Insight,  qui tradotto in italiano, viene analizzata la precaria situazione montenegrina. Dopo la proclamazione dell'indipendenza (2006), il riconoscimento del Kosovo e l'adesione alla NATO, il Montenegro sembrava avviato a diventare un saldo punto di riferimento per la politica occidentale, nonostante gli standard democratici evidentemente bassi dei governi Djukanovic. Corruzione, clientelismo, scarsa libertà di stampa hanno piano piano stancato i montenegrini e raffreddato gli entusiasmi occidentali verso Djukanovic. Ma ora, tra gli allarmi bomba nelle scuole e le paranoie tra montenegrini di nazionalità e montenegrini di nazionalità serba, con la guerra in Ucraina sullo sfondo, Djukanovic sembra tornato nelle grazie delle cancellerie occidentali. L'eterno ritorno dell'uguale o una fase nuova?



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