BOSNIA: SEI ATTIVISTI BOLOGNESI ESPULSI DAL PAESE
Sei attivisti bolognesi di Labas (quattro ragazze e due ragazzi, di età compresa tra i venti e i trent'anni) sono stati fermati dalla polizia bosniaca vicino alla città di Bihac, portati in caserma, interrogati per ore ed infine espulsi con foglio di via dal Paese, con l'accusa di "attività umanitaria illegale".
Gli attivisti, al momento del fermo da parte della polizia bosniaca, stavano distribuendo acqua, docce e medicinali antiscabbia ad alcuni migranti afghani in un accampamento informale. Come noto e come raccontato anche qui sul blog, la zona di Bihac è una delle più interessata dallo stazionamento di migranti, soprattutto afghani, che tentano poi di attraversare il confine con la Croazia, spesso molte volte e senza successo. Attualmente, la politica delle autorità locali è quella di impedire ogni insediamento informale, facendo convergere i migranti nel campo gestito dallo stato bosniaco insieme ad UE ed OIM, che si trova a 40 km dal confine e a molte ore da qualsiasi centro abitato: Mario Pozzan, di Labas, lo definisce "un luogo di segregazione".
Sempre Pozzan, rientrato da poco dalla Bosnia Erzegovina, dice che è stato presentato immediato ricorso contro l'espulsione degli attivisti e che Labas è intenzionata a proseguire le proprie attività di supporto ai migranti fino all'estate.
Fonte: Repubblica Bologna
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