LA POLITICA BOSNIACA PRESENTA IL DITO MEDIO AI CITTADINI

 La situazione è drammatica, ma col solito gusto amaramente ironico che contraddistingue il miglior giornalismo bosniaco, a raccontarla nel migliore e più godibile dei modi è il portale Buka in un articolo (qui disponibile) che non risparmia davvero nessuno.

Come spesso accade, il bersaglio principale di una delle pochissime voci libere a Banja Luka è innanzitutto Milorad Dodik, membro serbo della presidenza tripartita della Bosnia Erzegovina e "padrone" della Republika Srpska. Ospite della trasmissione Telering su RTRS (emittente da lui controllata), Dodik ha affermato di non vedere alcun problema nell'aumento del prezzo della benzina da 2,30 a 3,20 marchi bosniaci: secondo lui, se questo fosse un problema, nelle città bosniache ci sarebbe meno traffico, la gente "spegnerebbe i motori". Lui, però, il motore dell'elicottero non lo spegne e il costo delle sue trasferte a Sarajevo sarebbe di oltre 670 marchi, mentre la manutenzione giornaliera ammonterebbe a circa 800 marchi. Usando un'espressione poco elegante, ma di sicura efficacia, Buka dice che Dodik "infila negli occhi il dito medio" ad almeno 600.000 bosniaci che ogni sera vanno a dormire affamati (riferimento non casuale al dito medio che Dodik pare aver mostrato ai giornalisti qualche giorno fa).

Secondo Buka, comunque, Milorad Dodik è in ottima compagnia di politici impresentabili, in tutta la Bosnia Erzegovina, senza alcuna distinzione di aree o entità. Il ministro degli affari esteri della BIH, Turkovic, è ad esempio convinto che i bosniaci siano semplicemente "viziati", mentre il primo ministro federale Novalic vede una soluzione molto semplice ai rincari: basta acquistare quantità minori di ogni prodotto, e si spenderanno gli stessi soldi! Ancora poco, dato che un paio di anni fa il primo ministro della RS Viskovic aveva sentenziato che un uomo può stare senza cibo e bevande anche per un mese e mezzo...

Se tutto questo vi sembra incredibile, ecco l'unica spiegazione che appare plausibile alla sociologa di Tuzla Smijljana Vovna: i bosniaci soffrono della sindrome di Stoccolma, tendono cioè a simpatizzare con i propri sequestratori (come altro definire chi governa in tal modo il proprio popolo?), arrivando a credere reale e plausibile un mondo che soltanto loro vedono. 

Grazie a Buka per averci fatto sorridere e magari, chissà, comprendere.


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