GUERRA IN UCRAINA: IL PUNTO SUI RISCHI BELLICI ED ECONOMICI IN BOSNIA

 In Bosnia Erzegovina ricorreva oggi il giorno dell'indipendenza (festività nazionale, ma celebrata in realtà solo in Federazione BIH ed ignorata, quando non osteggiata, in Republika Srpska), in un clima di grande incertezza e preoccupazione.

La guerra in Ucraina sta generando ulteriore, grave, instabilità politica: mentre a Sarajevo si manifesta contro la guerra, il membro serbo della Presidenza, Milorad Dodik, rende noto di aver avuto un colloquio telefonico col ministro degli esteri russo Lavrov, venerdì scorso, senza però rivelarne il contenuto, ma facendo riferimento all'implementazione di alcuni (non ben definiti) accordi stretti con Putin nel dicembre 2021 (fonte: Klix.ba)

Oltre al rischio di un'escalation militare (che ha portato EUFOR ad un aumento simbolico, ma comunque consistente, di forze presenti nel Paese: si è passati da 600 a 1100 unità), le preoccupazioni più immediate sono di natura economica e derivano immediatamente dalle pesantissime sanzioni imposte alla Russia. La Bosnia Erzegovina, Paese poverissimo e già messo in ginocchio da pandemia ed impennata dei prezzi, dipende interamente dalla Russia per le proprie forniture di gas (fonte: Balkan Insight), la cui parziale o completa interruzione potrebbe portare conseguenze imprevedibili. Da notare che il colosso russo Gazprom, in Bosnia, non vende soltanto gas, ma controlla anche direttamente raffinerie, aree di stoccaggio e stazioni di servizio.

Ma nell'immediato, il problema principale è rappresentato dalla situazione di estrema difficoltà, con serio rischio di fallimento, delle due banche russe Sberbank e VTB, entrambe molto presenti in Bosnia Erzegovina (nelle mani di queste due banche c'è ad esempio il gruppo alimentare Agrokor, proprietario della catena di supermercati Konzum, onnipresenti in Bosnia Erzegovina e Croazia, con oltre 50mila dipendenti). Come documentato in questo articolo di Balkan Insight lunghe code si sono già formate ai numerosi sportelli bancomat di queste banche, nel tentativo dei bosniaci di salvare almeno i propri risparmi.

In Ucraina è il sesto giorno di guerra, sulla Bosnia Erzegovina risuona la lugubre profezia di Stevo Pendarovski, presidente macedone: "Se la Russia conquista l'Ucraina, il punto più vulnerabile dei Balcani occidentali sarà Banja Luka".

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