UCRAINA: KOMSIC E DZAFEROVIC CONDANNANO L'INVASIONE RUSSA, DODIK FUORI DAL CORO



 
Com'era ampiamente prevedibile, purtroppo, i riflessi della situazione in Ucraina si percepiscono distintamente nella complicata politica bosniaca. Tutti i principali portali d'informazione bosniaci, infatti, danno ampio spazio alle differenti reazioni dei tre membri della presidenza tripartita del Paese (qui un articolo in inglese da N1).

 Mentre il croato Komsic e il bosgnacco Dzaferovic sono concordi in una condanna senza appello dell'invasione russa, il membro serbo, Dodik, esprime una ben più neutra "preoccupazione" per la situazione nel Donbass. Non si è dunque giunti, diversamente da quanto accadde nel 2014 con l'invasione della Crimea, ad una chiara ed inequivoca posizione della Bosnia Erzegovina come entità statuale.

L'attuale scontro tra Russia ed Ucraina, è impossibile non notarlo, ricorda molto da vicino il conflitto bosniaco del 1992-95, con le "autoproclamate repubbliche" e le forze armate croate e serbe pronte a sostenerle per smembrare e spartire il Paese; ma il problema non è ora tanto il passato (che come al solito sembra non insegnare nulla), bensì il presente della Bosnia Erzegovina. Milorad Dodik si affretta infatti a dichiarare di aspettarsi un intervento equilibrato e pacificatore, da parte della comunità internazionale, qualora ce ne fosse bisogno (leggi: qualora la "sua" Republika Srpska proseguisse sulla strada della secessione). In Ucraina è guerra, in Bosnia Erzegovina l'uomo forte di Banja Luka mette le mani avanti.

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