LA SECONDA GIORNATA DI GUERRA IN UCRAINA, VISSUTA DA SARAJEVO

 La guerra in Ucraina, come prevedibile e come accaduto fin dalla prima ora, incendia ulteriormente il già pessimo clima politico della Bosnia Erzegovina. Mentre i cittadini di Sarajevo manifestano pieno supporto e vicinanza alla popolazione ucraina (qui l'articolo di N1 e le foto), la politica si divide e si manifestano anche preoccupanti forme di provocazione.

Il membro bosgnacco della presidenza bosniaca, Dzaferovic, ha parlato di "giorni neri per l'Europa ed il mondo intero"; il leader dell'HDZ BIH (il partito nazionalista croato di Bosnia), Dragan Covic, ha genericamente fatto appello ad un immediata cessazione delle ostilità, ma quello che manca è una vera, inequivoca, condanna della Russia come invasore.

Da parte serba, va anche molto peggio. Non solo non viene espressa una ferma condanna della Russia, ma Dusanka Majkic, una dei rappresentanti serbi alla camera dei popoli, ha addirittura usato la crisi in Ucraina per minacciare indirettamente il proprio Paese. La Majkic ha infatti voluto ricordare in un tweet, proprio mentre i tank russi circondano Kiev, che nel 2021 la Russia aveva messo in guardia la BIH dall'aderire alla NATO, minacciando conseguenze: "Non dite poi che non lo sapevate" scrive (fonte: N1 BIH)

Per chiarire bene la situazione, aldilà di ogni dubbio, ricordiamo che la signora Majkic fa parte del SNSD, il partito del membro serbo della presidenza bosniaca, Milorad Dodik, da sempre risolutamente contrario ai progetti di adesione della Bosnia Erzegovina alla NATO. 

Ecco come, in questo secondo giorno di guerra, la politica bosniaca ha dato il peggio di sè...ed è soltanto l'inizio, purtroppo.

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