La lunga attesa post elettorale, dovuta al riconteggio dei voti, è finita: la CEC (commissione elettorale centrale) ha certificato la vittoria di Milorad Dodik per la carica di presidente della RS. Ricordiamo che la sera del 2 ottobre a dichiarare vittoria era stata la candidata di opposizione, Jelena Trivic, mentre il mattino successivo lo aveva fatto Dodik. Da lì, si è passati alle manifestazioni di piazza e alla richiesta (accolta) di un riconteggio delle schede da parte della CEC. Non si può certo dire che tale operazione di riconteggio si sia svolta in un clima sereno, date le minacce ricevute da alcuni membri (in particolare Vanja Bjelica Prutina, che aveva dichiarato di non sentirsi più sicura in RS) e i discorsi incendiari di Dodik, che al raduno del "suo" popolo aveva minacciato di portare la protesta a Sarajevo. Subito dopo l'elezione ufficiale, Dodik ha cambiato completamente registro, inviando un messaggio conciliante a politici ed elettori della RS ( qui l
Dopo esser stata proiettata in anteprima a Banja Luka la sera prima delle elezioni del 2 ottobre, la controversa pellicola del regista serbo-canadese Boris Malagurski , Republika Srpska: the struggle for freedom , esce dai confini bosniaci e provoca numerose polemiche. Il film, che pare sia stato anche finanziato per circa 15mila euro dal Comune di Banja Luka, racconta la storia della Republika Srpska (l'entità serba di Bosnia) ed è stato duramente condannato dalle associazioni delle madri delle vittime del genocidio di Srebrenica, nonchè dalle famiglie delle vittime di guerra. Il motivo delle critiche risiede appunto nel fatto che il film negherebbe il genocidio di Srebrenica, sposando quindi in pieno le posizioni dei nazionalisti serbi. Non appena sono iniziate proiezioni della pellicola fuori dalla Bosnia Erzegovina, numerose comunità islamiche di bosniaci in Europa hanno messo in atto dure proteste. In un durissimo comunicato, l'associazione culturale bosniaca in Svizzera
Nonostante la campagna elettorale bosniaca sia stata noiosa e insignificante sotto molti punti di vista, i primi risultati delle elezioni sono piuttosto scoppiettanti. Prima di tutto, a Sarajevo si celebra la vittoria di Denis Becirovic per il posto bosgnacco alla presidenza tripartita. Una vittoria che non esitiamo a definire storica, dato che nel dopoguerra questa carica era sempre stata appannaggio dell'SDA dello sconfitto Bakir Izetbegovic. Denis Becirovic , socialdemocratico, si è presentato alla guida di una coalizione di ben 11 partiti, uniti principalmente dal desiderio di porre fine al "sistema" Izetbegovic. Nelle sue prime dichiarazioni, Becirovic ha usato parole molto forti ed assolutamente inconsuete nella politica bosniaca: ha invitato tutti i cittadini ad unirsi, ha ricordato (fatto davvero sbalorditivo) che la Jugoslavia 32 anni fa era una potenza e che gli anni '90 hanno lasciato strascichi terribili, inviando un messaggio di pace e collaborazione a Se
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