ISTRIA: IL LAVORO DI UN'ANTROPOLOGA SUL RICORDO

 In occasione del "giorno del ricordo" celebrato ieri, tra molto materiale dubbio ed inutile, vorrei segnalarvi questo bell'articolo da OBCT. L'antropologa Katja Hrobat Virloget ha pubblicato un libro sulla slovenizzazione delle città istriane dopo l'esodo (usa proprio questa parola, seppur virgolettata: fatto molto strano ad est di Trieste) della popolazione italiana. 

Virloget dichiara subito di non voler fare storia (non è il mestiere dell'antropologo) ma di voler narrare il profondo mutamento urbanistico, politico, sociale, culturale che ha interessato l'Istria nel secondo dopoguerra. Un territorio profondamente e violentemente trasformato, con tutto ciò che questo ha significato nella vita ed identità delle persone che lo hanno abbandonato, ma anche di quelle che sono rimaste o sono arrivate a ripopolarlo.

Tante volte mi è capitato di parlare di queste vicende dal punto di vista storico (anche se amo sempre meno farlo in quel 10 febbraio così strumentalizzato e divenuto ormai occasione di grottesche risse e baruffe politiche); quest'anno mi fa molto piacere poter presentare un approccio diverso, del quale peraltro mi sono servito moltissime volte per raccontare le ferite della Bosnia Erzegovina nel dopoguerra degli anni Novanta.

Vi auguro buona lettura.

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