GUERRA IN UCRAINA: LA POSIZIONE UFFICIALE DELLA SERBIA

 Venerdì sera, dopo molte ore di temporeggiamento ed incertezza, il presidente serbo Aleksandar Vucic si è finalmente presentato in conferenza stampa ed ha dettagliato la posizione ufficiale della Serbia riguardo all'invasione russa dell'Ucraina. Tale posizione è destinata ad avere riflessi molto importanti su tutti i Balcani occidentali: la Serbia è il Paese più vicino alla Russia dell'intera area, e a sua volta può influenzare fortemente la politica di Bosnia Erzegovina, Montenegro e Macedonia del Nord.

Come era ampiamente prevedibile, Vucic non ha pronunciato una netta condanna dell'invasione russa e pur affermando di riconoscere e sostenere l'integrità territoriale dell'Ucraina, ha rifiutato di unirsi ai Paesi dell'Unione Europea (all'ingresso nella quale la Serbia è candidata) nel comminare sanzioni alla Russia: ciò, ha detto, sarebbe contrario agli interessi della Serbia. Vucic ha anche aggiunto di esser conscio che questa decisione non accontenterà tutti, ma di ritenerla la migliore possibile (fonte: Balkan Insight).

L'impressione che si ricava dal discorso di Vucic è quella di trovarsi sospesi su una corda a molti metri di altezza. La Serbia intrattiene ottimi rapporti sia con l'Ucraina che con la Russia (entrambi i Paesi, lo ricordiamo, non riconoscono l'indipendenza del Kosovo), Vucic ricorda che, per i serbi, russi ed ucraini sono "popoli fratelli". Tuttavia, chi tra i due Paesi ha il potere di veto al Consiglio di Sicurezza dell'ONU è la Russia, e questo alla Serbia è servito e potrebbe servire in futuro: ciò, aldilà dei ben più contingenti legami economici tra Serbia e Russia, non è da sottovalutare.


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