MILORAD DODIK CI RIPENSA, ANZI NO: COME INTERPRETARE LE SUE PAROLE

 E' tutto talmente ripetitivo e triste, che quasi non se ne vorrebbe scrivere. Ma tocca farlo, perchè questo 2022 è iniziato sotto cattivi presagi, con un innalzamento dei livelli di provocazione e violenza che non può essere sottovalutato.

Oggi Milorad Dodik, accogliendo la richiesta pervenutagli dal presidente serbo Vucic nel loro recente incontro, ha annunciato che i rappresentanti della Republika Srpska torneranno a partecipare ai lavori delle istituzioni centrali della Bosnia Erzegovina, allo scopo di "promuovere gli interessi dell'entità". Subito dopo, ha voluto specificare che comunque il processo di trasferimento di competenze dallo Stato all'entità proseguirà (e che, naturalmente, secondo lui tale processo non minaccia l'integrità della Bosnia Erzegovina).

Tutto e il contrario di tutto, come sempre. Un concreto passo indietro (il ritorno alle istituzioni centrali) e due soltanto virtuali in avanti (la specificazione di agire sempre e comunque solo per la RS...guai per l'interesse comune della Bosnia Erzegovina!). Poi, naturalmente, la coreografia: disprezzo e discredito per l'Alto Rappresentante Christian Schmidt, il cui invio in Bosnia rappresenterebbe una vergogna per la Germania, nonchè per l'inviato speciale americano Escobar, che dice di conoscere personalmente come uno che ha il potere di "ordinare la liquidazione di qualcuno" (è già la seconda volta che Dodik fa balenare l'idea che gli americani lo vogliano eliminare fisicamente).

Ecco, in breve, lo spirito con cui il membro serbo della presidenza tripartita si accinge a collaborare nuovamente con le istituzioni centrali bosniaco-erzegovesi, praticamente obbligato dal "fratello maggiore" Vucic, che dalla Bosnia Erzegovina non vuole eccessivi fastidi. Quanto durerà?

N1 English sulle ultime dichiarazioni di Dodik

Un editoriale di Branko Peric, in italiano, dal portale Buka di Banja Luka

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