MILANOVIC-DODIK: UN ASSE CONTRO LA BOSNIA ERZEGOVINA

 Il portale di N1 pubblica oggi un articolo in inglese dal titolo : "Chi vota per sanzioni contro Dodik, è un traditore dei croati". Ve ne consiglio la lettura integrale (articolo qui), ma credo sia anche opportuno farne un breve commento esplicativo. Potrebbe infatti risultare poco comprensibile, per chi non conosca bene la politica dei Balcani occidentali, il motivo per il quale il presidente croato si premuri di difendere l'uomo forte di Banja Luka, membro serbo della presidenza tripartita bosniaca e sottoposto a sanzioni statunitensi per le sue velleità secessioniste. Milanovic, pur criticando le celebrazioni del 9 gennaio, afferma testualmente di considerare Dodik un interlocutore e di non ritenerlo un etno-nazionalista, nè uno sciovinista, nè un seminatore d'odio.

La questione centrale per capire tutto questo risiede nella richiesta, portata avanti dall'HDZ (partito nazionalista croato) di un cambiamento della legge elettorale bosniaca, prima delle elezioni generali del prossimo ottobre. I nazionalisti croati in Bosnia, infatti, lamentano da sempre (ma in particolare dopo l'elezione di Zeliko Komsic a membro croato della presidenza tripartita) come l'attuale sistema permetta a molti bosgnacchi di votare anche per i rappresentanti croati. L'idea dei nazionalisti croati bosniaci (appoggiati in pieno dal presidente della Croazia Milanovic) è quella di creare un meccanismo elettorale differente, dove ciascun gruppo etnico-nazionale voti solo ed esclusivamente per i "propri" rappresentanti (come di fatto avviene in Republika Srpska, dove la popolazione, in larghissima maggioranza serba, elegge solo i propri rappresentanti, sia a livello di entità che a livello centrale).

Ecco spiegato per quale motivo, ormai da parecchi mesi a questa parte, Dodik  dialoghi serenamente con Dragan Covic (leader dei nazionalisti croati in Bosnia): a Dodik sta benissimo questa logica divisiva, che potrebbe preludere anche al solito, vecchio progetto di dividere la Bosnia in 3 entità autonome al posto delle attuali due (una serba, una croata, una bosgnacca), l'esatto opposto di ciò che servirebbe per guardare al futuro e all'integrazione europea. 

Ed ora....Milanovic, presidente di uno Stato che della UE fa già parte, non manca di schierarsi con i nazionalisti croati bosniaci, riconoscendo come interlocutore...un nazionaista serbo. Parole dure, da parte di Milanovic, vengono invece usate contro il leader del maggiore partito bosgnacco (SDA) Izetbegovic: è un "ladro di tempo", secondo lui, il cui unico obiettivo è l'attesa, al fine di arrivare ad ottobre con l'attuale legge elettorale.

Non dovesse riuscire a sfasciarsi da sola, vediamo bene che come sempre alla Bosnia Erzegovina gli aiuti esterni non mancheranno....

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