Questa settimana a Kafana ci impegneremo soprattutto a coltivare la memoria, perchè "quello che non doveva mai più accadere" in Bosnia Erzegovina è accaduto, eccome.
Durante la mattina di sabato 29 giugno, la sede dell'ambasciata israeliana a Belgrado è stata oggetto di un attacco terroristico. Un uomo armato di balestra ha assalito una guardia di sicurezza dell'edificio (in quel momento vuoto) ferendola in modo grave. L'assalitore è noto alle forze dell'ordine come estremista wahabita e proviene dalla regione serba del Sangiaccato, una zona particolarmente attenzionata per quel che riguarda il terrorismo di matrice islamica. Milos Zujovic (questo il nome del terrorista), 25 anni, viveva a Novi Pazar (capoluogo del Sangiaccato serbo, città nettamente divisa tra le comunità serba e bosniaco-musulmana) ed era conosciuto col nome religioso di Salahudin. Il giovane è morto a causa delle ferite procurategli dalla stessa guardia di sicurezza che aveva attaccato e gravemente ferito. Secondo il quotidiano serbo Danas, è in corso una serie di controlli e perquisizioni nelle zone di Raska e Novi Pazar e il presidente Vucic avverte che non s...
Proprio nel giorno in cui a Sarajevo si ricordava l'anniversario dell'inizio dell'assedio (5 aprile 1992), il teatro dell'assurdo andava in scena a Banja Luka, dove la ministra tedesca per l'Europa ed il Clima, Anna Luhrmann, veniva dichiarata "persona non grata" e di fatto espulsa dall'entità serba della Bosnia insieme alla sua delegazione. Il giorno prima, Austria e Germania avevano deciso di impedire l'ingresso nei loro Paesi alle massime autorità politiche di Banja Luka (Dodik, Stevandic, Viskovic), dato che queste si trovano sotto mandato d'arresto da parte delle autorità di Sarajevo, arresto al momento non materialmente eseguito. Siamo abituati da sempre a veder succedere in Bosnia Erzegovina le cose più incredibili, ma la situazione presentatasi ieri ha sfumature grottesche e potenzialmente molto pericolose a livello almeno europeo. I vertici di una entità semiautonoma, sotto mandato d'arresto da parte delle autorità centrali, conti...
La procura della Bosnia Erzegovina ha dato mandato alla polizia giudiziaria di arrestare il presidente dell'entità serba di Bosnia (Republika Srpska) Milorad Dodik, il presidente dell'Assemblea Nazionale della RS, Nenad Stevandic e il primo ministro della RS, Radovan Viskovic. La notizia, giunta nelle prime ore della mattina, ha provocato una serie di reazioni a catena, portando la crisi bosniaca al livello più alto mai raggiunto nel dopoguerra. La giornata è stata scandita da dichiarazioni incendiarie da parte dei rappresentanti serbo-bosniaci: la presidente di turno della Bosnia Erzegovina, Cvijanovic, ha invitato l'Alto rappresentante Christian Schmidt a "nascondersi", mente Dodik ha affremato che tra pochi mesi la Bosnia Erzegovina si dissolverà, così come fu per la Jugoslavia. Anche da Belgrado non è mancato il pieno sostegno a Dodik e alla dirigenza della Republika Srpska. Il vice primo ministro serbo, Vulin, ha dichiarato che la Serbia è abbastanza forte ...
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