IN BOSNIA 28 ANNI NON BASTANO PER AVERE GIUSTIZIA
Sei persone (tre poliziotti, un militare del quinto corpo d'armata bosniaco, due civili) rapiti vicino a Velika Kladusa, all'epoca effimera "capitale" della Regione Autonoma della Bosnia Occidentale, i cui corpi vengono poi ritrovati oltre l'attuale confine croato, finiti con colpi d'arma da fuoco alla testa e con evidenti segni di torture. La responsabilità sembra da subito ricadere su tre membri della locale milizia (le "forze di difesa popolare") più una quarta persona mai precisamente identificata, ma nè le autorità di Bihac (oggi la zona fa parte del cantone Una-Sana, con capoluogo Bihac) nè quelle di Sarajevo sono riuscite ad oggi a chiudere il caso.
Purtroppo, non si tratta certo di un'eccezione, anzi queste dinamiche rappresentano quasi la regola per la macchina della giustizia bosniaca e ciò fa comprendere molto bene perchè spesso le vittime di crimini di guerra neppure li denuncino: i rischi, anche per l'incolumità personale, finiscono infatti per rivelarsi inutili di fronte alla prospettiva di tempi e dinamiche del genere.
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